Chirurgo plastico Milano - Dott. Federico Fiori Chirurgo Plastico Milano

Mastoplastica additiva miglior chirurgo Milano

15/12/2017

In questi ultimi anni, stiamo assistendo ad un aumento costante di donne di qualsiasi età che decidono di rivolgersi a Mastoplastica additiva miglior chirurgo Milano per aumentare o rimodellare il proprio seno.

Generalmente, ricorrono a questo tipo di intervento tutte le donne che:

  • desiderano rendere più proporzionato e voluminoso il proprio seno rispetto al corpo;
  • vogliono ridare forma e volume ad un seno che si è sciupato con la gravidanza e l’allattamento;
  • sono interessate a correggere un’asimmetria mammaria, cioè migliorare una differenza di volume tra le due mammelle.

In cosa consiste questa procedura chirurgica?

Semplificando , ma non troppo, l’intervento prevede il posizionamento di una protesi opportuna in uno spazio, o tasca, che viene creato da Mastoplastica additiva miglior chirurgo Milano durante l’operazione.

La mastoplastica additiva, nota anche come pratica chirurgica finalizzata all’aumento del seno, e’ un intervento ormai conosciuto e molto diffuso. Oggi, i risultati che si possono raggiungere sottoponendosi a questo tipo di intervento sono assolutamente personalizzati.

La tecnica ed i materiali impiegati si sono talmente perfezionati nel tempo, da consentire oggi sicurezza e risultati estetici assolutamente significativi, con protesi di misure e forme tali da consentire la programmazione e la definizione del risultato definitivo con estrema precisione.

Pur essendo un’operazione molto diffusa e piuttosto semplice, Non bisogna, però, dimenticare che questa è pur sempre una pratica chirurgica a tutti gli effetti, che può presentare delle complicanze. In particolare, esse possono essere di due tipi:

  1.  Generiche: sono le conseguenze che più frequentemente si manifestano in seguito ad un’operazione e consistono in cicatrizzazione anomala, ipertrofica o cheloide, seroma, disestesie cioè “scossette” episodiche intorno alla cicatrice, infezioni della ferita, e anche ematoma.
  2. Specifiche: in quest’ambito si raggruppano tutte le complicazioni strettamente legate all’intervento specifico e riguardano la retrazione capsulare. Col tempo, intorno alle protesi inserite, tende a formarsi in modo spontaneo una sottilissima capsula. Talvolta, in 1-5 casi su 100, questa capsula si ispessisce, si irrigidisce, si retrae dando ai seni un aspetto più rigido e innaturale. Tale effetto, non dipende né dal chirurgo, né dalla tecnica impiegata, né dal tipo di sutura praticata. Tale condizione si verifica per una anomala reazione della paziente alla protesi.  Esistono diversi gradi di contrattura, alcuni si risolvono con un massaggio particolare che si dice “squeezing” e che si esegue in sedazione, con l’obiettivo di rompere i margini di questa capsula. Ma in alcuni casi è necessario sottoporsi ad una nuova operazione. Al riguardo, va sottolineato che non possibile fornire alcuna garanzia che tale retrazione capsulare non avvenga, o che non si ripresenti più in seguito alla sostituzione delle protesi.

La stessa procedura, presenta, inoltre, tre aspetti peculiari che meritano di essere evidenziati e portati a conoscenza di tutte le pazienti che decidono di sottoporsi all’intervento.

  1. La sede della tasca in cui verrà posizionata la protesi: durante l’intervento si  andrà a creare uno spazio all’interno del quale verrà posizionata la protesi. Questo spazio viene creato o dietro la ghiandola al di sopra del muscolo, oppure dietro il muscolo pettorale. Mettere la protesi dietro al muscolo ha l’obiettivo di proteggerla, di renderla meno evidente soprattutto a livello dei quadranti superiori. Oggi la tendenza e’ quella di posizionare la protesi sottomuscolare con tecnica dual plane (vedi sotto), tuttavia se la situazione di partenza e’ quella di una ghiandola e di un sottocutaneo ben rappresentati si può assolutamente mettere la protesi dietro alla ghiandola. Entrambe le tasche, sotto o retroghiandolare e sottomuscolare, hanno dei vantaggi e degli svantaggi. Se la protesi viene posizionata dietro la ghiandola, essa sarà senza dubbio più avvertibile, ma questo solo se la situazione di partenza e’ quella di una ghiandola scarsamente rappresentata, piccola. La tecnica dual plane consente di posizionare la protesi sotto il muscolo pettorale nella parte superiore. Il muscolo viene inciso secondo una linea programmata preoperatoriamente in base alla situazione di partenza e al risultato da ottenere, e viene ricoperto dalla protesi nella parte inferiore. Questa tecnica con le sue varianti è oggi la più diffusa, ed è la scelta obbligata per quelle pazienti che hanno un seno molto piccolo e un sottocutaneo molto poco rappresentato. Da un punto di vista tecnico è la vera novità nel campo della mastoplastica additiva, oltre naturalmente all’evoluzione delle qualità delle protesi.
  2. Il punto in cui incidere: a tale proposito, si distinguono tre diverse alternative: la via transascellare, la via periareolare, il solco sotto mammario. La via d’accesso ascellare lascia il seno libero da cicatrici, ha l’indubbio vantaggio di consentire il posizionamento della protesi senza toccare la ghiandola, perché vi si passa sotto. Ottima per il posizionamento retroghiandolare non trova grande applicazione, perche’ la diffusione della tecnica dual plane ha di fatto reso impraticabile questa via. Attualmente le tecniche endoscopiche consentono tuttavia anche l’utilizzo della via ascellare. Con questa metodica infatti si riesce ad eseguire perfettamente il posizionamento dual plane della protesi incidendo il muscolo in maniera ottimale ed eseguendo una emostasi perfetta. La via periareolare inferiore è la più utilizzata in caso di posizionamento retro ghiandolare della protesi, consente una ottima visibilità della tasca e un ottimo controllo del sanguinamento. Ha il grande vantaggio, nei soggetti che hanno una cicatrizzazione imperfetta, di poter essere corretta con un tatuaggio del colore dell’areola mammaria mascherando eventuali allargamenti o depigmentazioni. Unico inconveniente rende meno preciso il confezionamento della tasca nella tecnica dual plane poiché bisogna incidere la ghiandola per via obliqua e questo fattore può incidere sulla simmetria in caso di retrazione cicatriziale non ottimale. L’incisione al solco sotto mammario è l’incisione piu’ usata per la tecnica dual plane, consente un’ottima definizione della tasca, un ottimo controllo delle emorragie. Ha lo svantaggio di essere in una zona dinamica, ovvero soggetta al movimento della protesi che fisiologicamente si assesterà verso il basso portando spesso la cicatrice a salire e posizionarsi sul cono mammario inferiore.
  3. Il tipo di protesi: la scelta delle protesi è sicuramente una fase molto delicata, in grado di determinare il risultato finale. In commercio, esistono diverse tipologie di protesi che si differenziano per forma, superficie e contenuto. Anzitutto, le protesi possono avere forma rotonda o con profilo anatomico (detto a goccia). Le prime sono più indicate per pazienti il cui seno presenta una forma armonica e desiderano un aumento di volume moderato o per quelle donne che a seguito di una o più gravidanze hanno un seno “svuotato” e/o cadente, mentre le protesi con profilo anatomico sono indicate per donne con pochissimo seno o che desiderano ottenere un effetto molto naturale. Possono, inoltre, avere una superficie liscia o testurizzata. Le protesi a superficie liscia hanno un involucro leggermente più morbido e poco percepibile al tatto anche quando vengono posizionate sotto la ghiandola mammaria. Le protesi testurizzate sono invece un po’ più rigide al tatto, ma vengono preferite da molti chirurghi in quanto vanno incontro a minore “rigetto”. Infine, le protesi utilizzate nella mastoplastica additiva sono costituite da un involucro esterno di silicone e da un contenuto interno che può essere di gel di silicone o di soluzione fisiologica.

Per ridurre al minimo l’insorgenza di conseguenze indesiderate, è molto importante la visita pre-operatoria, effettuata da Mastoplastica additiva miglior chirurgo Milano allo scopo di programmare al meglio l’intervento.

In tale occasione, il chirurgo dovrà anzitutto valutare la forma e le dimensioni del seno, dell’areola e del capezzolo e illustrare tutte le possibili modificazioni di forma e di volume che la più moderna tecnica chirurgica mette a disposizione di ogni specifico caso. Il chirurgo dovrà inoltre valutare lo stato di salute della paziente per escludere la presenza di condizioni fisiologiche (quali pressione alta, problemi di coagulazione o di cicatrizzazione) che potrebbero influire sul risultato finale dell’intervento.

Prima dell’intervento verranno fornite istruzioni precise sull’alimentazione pre e post-operatoria, sull’assunzione di farmaci, alcool e sigarette. Al termine della visita il chirurgo, d’accordo con la paziente, sceglierà la tipologia di protesi da utilizzare per l’intervento di mastoplastica, la via di accesso più indicata (periareolare, dal solco sottomammario o dalla via ascellare) e il posizionamento corretto dell’impianto.


Mastoplastica additiva Miglior chirurgo plastico
Mastoplastica additiva
Miglior chirurgo plastico
Chirurgo Plastico Milano Federico Fiori | © Copyright 2013. Tutti i diritti riservati. - Posizionamento a cura di Solution Group Communication
Websonica Agenzia Web Marketingpowered by Websonica