Capelli
Trattamento con cellule staminali vegetali
Trattamento con cellule staminali vegetali La caduta dei capelli è un problema sentito da gran parte dell’universo maschile ma non solo. Negli anni alcuni farmaci per via topica tra cui Minoxidil, e per via orale come Propecia hanno conseguito qualche piccola vittoria contro un patrimonio genetico che spesso condanna e contro stress di vario tipo capaci di provocare un defluvium importante e persistente. Ma non basta. Per ottenere ancora di più la chirurgia della calvizie consente già, tramite l’autotrapianto di unità follicolari, la risoluzione di problematiche anche complesse quando però vi sia una buona area donatrice. Oggi valutiamo un ulteriore elemento di cura con prospettive ancora da definire ma con indicazioni assolutamente eclatanti . Il trattamento con Cellule Staminali di origine vegetale. Infatti questo estratto cellulare si è dimostrato utile nel mantenere la vitalità delle cellule staminali umane rallentandone la senescenza e l’apoptosi. Le verifiche a livello del cuoio cappelluto sono state positive e oggi possiamo proporre un trattamento ulteriore di grande prospettiva nella prevenzione e nella cura della calvizie. La definizione statistica dei risultati è tuttora in corsoma il riscontro clinico dei casi che abbiamo trattato è eccezionale. Per valutare metodica e risultati Vi invito a guardare il video a questo link Trattamento Staminali Pre/Post Testimonianze Altri trattamenti
Autotrapianto con tecnica FUE
Autotrapianto con tecnica FUE La Chirurgia della calvizie ha compiuto notevoli passi avanti negli ultimi anni e si propone oggi come metodica sicura, valida, accettata universalmente per il trattamento della alopecia androgenetica.L’alopecia (o calvizie) androgenetica è una situazione ereditaria per cui una parte dei nostri capelli è destinata fin dalla nascita ad essere sensibile agli ormoni androgeni (Testosterone, Androstenedione, DHT, DHEA) che il nostro corpo produce dalla pubertà. E’ il diidrotestosterone, o DHT, l’ormone androgeno principalmente responsabile della calvizie androgenetica. Esso deriva dal testosterone grazie ad un enzima, la 5-alfa-reduttasi, e aggredisce il follicolo causandone la degenerazione. I farmaci più recenti contro la calvizie, la finasteride e la dutasteride , agiscono inibendo la 5-alfa-reduttasi e impedendo quindi la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone. Ciò determina un efficace meccanismo contro la progressione della calvizie. E’ la forma di calvizie di più frequente riscontro tra quelle non legate a fenomeni cicatriziali, con esordio al vertice (la progressiva stempiatura è fisiologica) ed estensione successiva sino al solo risparmio di tempie e regione nucale. Le classificazioni della alopecia androgenetica maschile sono fondamentalmente 2 , quella di Hamilton e quella di Norwood (che deriva dalla precedente). Secondo lo studio di Hamilton, risalente ai primi anni ’50, il 96 % degli uomini raggiunge almeno lo stadio II della sua classificazione dopo lo sviluppo sessuale. E ben il 58 % degli uomini al di sopra dei 50 anni sono assimilabili agli stadi IV-V. La classificazione di Norwood non è altro che quella di Hamilton con l’aggiunta di ulteriori sottogruppi. La classificazione della calvizie femminile si basa sulla scala di Ludwig, che la suddivide in 3 categorie corrispondenti a 3 stadi evolutivi. Nella donna il diradamento genera da una situazione ormonale e genetica differente, e si manifesta solitamente nella zona superiore del capo, con linea frontale perlopiù integra. Dopo una visita accurata in cui si deve escludere che il diradamento abbia una differente patogenesi e in cui si deve valutare l’opportunità di approfondimenti diagnostici e di una terapia medica, si considera l’opzione chirurgica, valutando gli obiettivi del Paziente e le reali possibilità dell’intervento. La più moderna metodica di autotrapianto di capelli prevede la estrazione di unità follicolari singole (trapianto di unità follicolari singole) per mezzo di un particolare bisturi. L"unità follicolare singola estratta viene verificata e immediatamente reimpiantata secondo il progetto iniziale. Il procedimento differisce dalla comune tecnica di autotrapianto esclusivamente per la fase di prelievo, mentre la fase di progettazione e quella di impianto sono eseguite con le stesse modalità. Anche se apparentemente più semplice, questa metodica richiede una grandissima precisione nel prelievo per non danneggiare le unità follicolari. Dato che i capelli vengono prelevati ad uno a uno con conseguente impiego di tempo, utilizziamo questa tecnica per piccole aree e spesso in sedute successive. Il grande vantaggio è che non esiste alcuna cicatrice residua.Come per tutti i nostri interventi, la prima visita di controllo è dopo 1 giorno. Il decorso postoperatorio non comporta particolari problemi. Una leggera tensione in sede di cicatrice, la comparsa di piccole crosticine in sede di microincisioni, che cadranno nel giro di 7 gg. circa. Il dolore, se presente, si potrà controllare con i comuni analgesici. Pre/Post Testimonianze Altri trattamenti
Autotrapianto di capelli
Autotrapianto di capelli La Chirurgia della calvizie ha compiuto notevoli passi avanti negli ultimi anni e si propone oggi come metodica sicura, valida, accettata universalmente per il trattamento della alopecia androgenetica.L'alopecia (o calvizie) androgenetica è una situazione ereditaria per cui una parte dei nostri capelli è destinata fin dalla nascita ad essere sensibile agli ormoni androgeni (Testosterone, Androstenedione, DHT, DHEA) che il nostro corpo produce dalla pubertà. E' il diidrotestosterone, o DHT, l'ormone androgeno principalmente responsabile della calvizie androgenetica. Esso deriva dal testosterone grazie ad un enzima, la 5-alfa-reduttasi, e aggredisce il follicolo causandone la degenerazione. I farmaci più recenti contro la calvizie, la finasteride e la dutasteride , agiscono inibendo la 5-alfa-reduttasi e impedendo quindi la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone. Ciò determina un efficace meccanismo contro la progressione della calvizie. E' la forma di calvizie di più frequente riscontro tra quelle non legate a fenomeni cicatriziali, con esordio al vertice (la progressiva stempiatura è fisiologica) ed estensione successiva sino al solo risparmio di tempie e regione nucale. Le classificazioni della alopecia androgenetica maschile sono fondamentalmente 2 , quella di Hamilton e quella di Norwood (che deriva dalla precedente). Secondo lo studio di Hamilton, risalente ai primi anni '50, il 96 % degli uomini raggiunge almeno lo stadio II della sua classificazione dopo lo sviluppo sessuale. E ben il 58 % degli uomini al di sopra dei 50 anni sono assimilabili agli stadi IV-V. La classificazione di Norwood non è altro che quella di Hamilton con l'aggiunta di ulteriori sottogruppi. La classificazione della calvizie femminile si basa sulla scala di Ludwig, che la suddivide in 3 categorie corrispondenti a 3 stadi evolutivi. Nella donna il diradamento genera da una situazione ormonale e genetica differente, e si manifesta solitamente nella zona superiore del capo, con linea frontale perlopiù integra. Dopo una visita accurata in cui si deve escludere che il diradamento abbia una differente patogenesi e in cui si deve valutare l'opportunità di approfondimenti diagnostici e di una terapia medica, si considera l'opzione chirurgica, valutando gli obiettivi del Paziente e le reali possibilità dell'intervento. ProgettazioneLa progettazione dell"intervento deve essere attenta, rigorosa e altamente personalizzata, e deve tener conto dei desideri del Paziente ma anche, e con onestà, della realtà di partenza e quindi del traguardo che si può raggiungere. In questa fase il Paziente deve ben comprendere che nel normale processo di invecchiamento la linea frontale si modifica producendo una stempiatura fisiologica che non deve preoccupare, ma soprattutto che la calvizie è un processo dinamico, pertanto il Chirurgo deve tener conto della possibile evoluzione al fine di ottenere un risultato esteticamente gradevole anche in caso di progressione importante. Il traguardo che si può raggiungere varia a seconda dell"ampiezza dell"area da trattare. Per aree molto estese si può prendere in considerazione la possibilità di interventi multipli. Bisogna sempre tener presente tuttavia che i capelli vengono “spostati”, non aumentano di numero, quindi in base all"ampiezza dell"area calva sarà opportuno prevedere una densità tale da poter trattare efficacemente l"area scoperta. In aree ampie ma comunque trattabili, il “prezzo” da pagare sarà una densità inferiore.AnestesiaL"intervento di autotrapianto di capelli è un intervento lungo a causa delle varie fasi che comporta e della precisione che richiede da parte dell"equipe chirurgica. Per contro il fastidio per il Paziente si riduce alla fase di iniezione dell"anestetico locale che avviene con piccole punture lungo la zona da trattare. Anche tale piccolo disagio si può comunque evitare ricorrendo alla sedazione anestesiologica, per cui il Paziente, sedato per quei pochi minuti necessari all"infiltrazione di anestetico, non avverte assolutamente nulla. Nella nostra esperienza il ricorso all"Anestesista viene discusso di concerto con il paziente, ed eventualmente consigliato o meno a seconda dell"emotività, delle precedenti esperienze, della tolleranza al dolore, di eventuali allergie. Ovviamente il Paziente può richiederlo per preferenza personale perché “non vuole sentire assolutamente niente. Per evitare equivoci chiariamo che se si decide di non ricorrere all"Anestesista il costo viene detratto.PrelievoLa fase di prelievo è relativamente semplice e consiste nell"asportazione di una striscia di cuoio capelluto dalla regione occipitale. Tale striscia sarà di lunghezza variabile a seconda del numero di unità follicolari desiderate, ma di altezza mai superiore a 1.2-1.5 cm. Superare tale altezza potrebbe provocare un"eccessiva tensione della sutura con la possibile conseguenza di una cicatrice imperfetta. Generalmente un cm2 di cuoio capelluto della regione nucale contiene tra le 55 e 90 unità follicolari. Ciascuna unità follicolare contiene un numero di capelli variabile da 1 a 4. La tecnica moderna di autotrapianto di capelli si basa sulla conoscenza dell"unità follicolare. Essa comprende un gruppo di capelli (da 1 a 4) che risalgono verso la cute inizialmente in un canale comune, per poi separarsi e fuoriuscire sul cuoio capelluto da orifizi diversi. Dopo il prelievo della striscia, questa viene sezionata con estrema precisione sino ad essere suddivisa in unità follicolari. Le unità follicolari a 1 capello verranno utilizzate per la linea frontale, mentre quelle con numero di capelli maggiore verranno utilizzate per le zone via via posteriori. Questo aspetto dell"autotrapianto deve essere ben compreso dal Paziente. Non ha senso richiedere che il trapianto sia di un solo capello per volta. Si trapiantano le unità follicolari, non i singoli capelli, e le unità follicolari contengono in misura variabile da 1 a 4 capelli. Non è possibile sezionare le unità follicolari per il rischio (certezza) di danneggiarle. Questo non significa ovviamente che il trapianto avviene “a isole”, o che avremo l"aspetto “a bambola”. Semplicemente l"unità follicolare è quanto di più piccolo, preciso e corretto si possa trapiantare per ottenere il miglior risultato possibile.MicroincisioniIn base alla progettazione il Chirurgo esegue le microincisioni della corretta profondità e inclinazione. Esistono vari tipi di lame la cui dimensione deve essere comunque corrispondente a quella dell"innesto. Data l"ampiezza dell"area calva si potrà ottenere una maggiore o minore densità, tenendo conto che per ottenere un buon effetto è opportuno prevedere almeno 15-20 innesti per cm2 (corrispondenti a 20-80 capelli). Se l"ampiezza dell"area calva lo consente, cioè non è molto ampia, siamo in grado di trapiantare circa oltre 80 unità follicolari per cm2 (150 capelli circa). Nel caso di area calva troppo ampia è possibile eseguire sedute successive per ottenere una densità maggiore. La linea frontale, o “Hairline”, richiede particolare attenzione, e deve riprendere la fisiologica disposizione dell"attaccatura naturale secondo un criterio estetico per cui non bisogna “abbassarla” innaturalmente e non bisogna “disegnarla” come fosse una linea continua. Per questa zona, come detto, verranno utilizzate le unità follicolari a capello singolo, che saranno disposte in maniera disomogenea per ottenere un risultato estetico gradevole e naturale.ImpiantoA questo punto gli innesti preparati dall"equipe chirurgica vengono posizionati nelle microincisioni, avendo particolare cura nel maneggiarli con attenzione estrema per non danneggiarli. Gli innesti devono “calzare” perfettamente con le microincisioni e posizionarsi nella giusta profondità e inclinazione. Generalmente, pur sapendo che molti Colleghi non eseguono alcuna medicazione, utilizziamo una fasciatura con benda elastica per 24 ore, e il Paziente viene dimesso dopo una chiara spiegazione degli accorgimenti cui far ricorso al domicilio. La tenuta dei microinnesti è data dalla precisione delle microincisioni, che devono essere assolutamente della giusta misura, tuttavia riteniamo che una precauzionale medicazione per 24 ore non costituisca troppo disagio e garantisca che anche durante un sonno agitato non vi sia perdita di innesti. Tale medicazione si potrà mascherare con un cappellino da baseball o con una bandana. Come per tutti i nostri interventi, la prima visita di controllo è dopo 1 giorno.Il decorso postoperatorio non comporta particolari problemi. Una leggera tensione in sede di cicatrice, la comparsa di piccole crosticine in sede di microincisioni, che cadranno nel giro di 7 gg. circa. Il dolore, se presente, si potrà controllare con i comuni analgesici. Pre/Post Testimonianze Altri trattamenti