Chirurgo plastico Milano - Dott. Federico Fiori Chirurgo Plastico Milano

Mastoplastica additiva

17/11/2017

La mastoplastica additiva e’ un intervento ormai conosciuto e molto diffuso. E’ il secondo intervento piu’ eseguito al mondo nell’ambito della chirurgia estetica, e in italia se ne esegono oltre 30 mila all’ anno.

Oggi la definizione dell’intervento è assoutamente personalizzata, e durante una valutazione accurata si definiscono i desideri della Paziente, si esplorano le possibilità chirurgiche e si definiscono gli obiettivi dell’intervento.

Semplificando , ma non troppo, l’intervento prevede il posizionamento di una protesi opportuna in uno spazio, o tasca, che viene creato dal Chirurgo.

La tecnica ed i materiali si sono affinati nel tempo, consentendo sicurezza e risultati estetici assolutamente significativi, con protesi di misure e forme tali da consentire la programmazione e la definizione del risultato definitivo con estrema precisione.

Da sapere

Voglio sottolineare qui quelli che sono i tre aspetti principali di questo intervento che bisogna ben conoscere, comprendere e discutere.

1) La sede della tasca, cioè dello spazio in cui viene posizionata la protesi. Può essere sottoghiandolare o sottomuscolare. Durante l’intervento in pratica creiamo uno spazio all’interno del quale posizioniamo la nostra protesi. Questo spazio viene creato o dietro la ghiandola al di sopra del muscolo oppure dietro il muscolo pettorale. Mettere la protesi dietro al muscolo ha l’obiettivo di proteggerla, di renderla meno evidente soprattutto a livello dei quadranti superiori. Oggi la tendenza e’ quella di posizionare la protesi sottomuscolare con tecnica dual plane , tuttavia se la situazione di partenza e’ quella di una ghiandola e di un sottocutaneo ben rappresentati si può assolutamente mettere la protesi dietro alla ghiandola. Entrambe le tasche, sotto o retroghiandolare e sottomuscolare, hanno dei vantaggi e degli svantaggi. Se mettiamo la protesi dietro alla ghiandola la protesi sarà senza dubbio più avvertibile, ma questo solo se la situazione di partenza e’ quella di una ghiandola scarsamente rappresentata, piccola. Se hai un seno della seconda – per rendere l’idea- hai già tessuto sufficiente per valutare il posizionamento sotto ghiandolare. La tecnica dual plane consente di mettere la protesi al disotto del muscolo pettorale nella parte superiore, per renderla coperta e meno evidente proprio dove lo sarebbe di più. Il muscolo viene inciso secondo una linea programmata preoperatoriamente in base alla situazione di partenza e al risultato da ottenere, e viene ricoperto dalla protesi nella parte inferiore. Questa tecnica con le sue varianti è oggi la più diffusa, ed è la scelta obbligata per quelle pazienti che hanno un seno molto piccolo e un sottocutaneo molto poco rappresentato. Da un punto di vista tecnico è la vera novità nel campo della mastoplastica additiva, oltre naturalmente all’evoluzione delle qualità delle protesi.

2) La via d’accesso, cioè il punto che si decide di incidere per andare a posizionare la nostra protesi. Possiamo utilizzare tre vie: – la via transascellare – la via periareolare – il solco sotto mammario. Possiamo subito dire che se tu cicatrizzi bene la tua cicatrice sara’ buona , ovunque si vada a farla, mentre se sai di cicatrizzare male con ipertrofia o cheloide o altro ci si deve comunque aspettare una cicatrizzazione non ottimale, anche in questo caso indipendentemente dalla sede. Analizziamo i tre accessi in maniera più specifica. La via d’accesso ascellare lascia il seno libero da cicatrici, ha l’indubbio vantaggio di consentire il posizionamento della protesi senza toccare la ghiandola, perché vi si passa sotto. Ottima per il posizionamento retroghiandolare non ha oggi molta fortuna perche’ la diffusione della tecnica dual plane ha di fatto reso impraticabile questa via. Attualmente le tecniche endoscopiche consentono tuttavia anche l’utilizzo della via ascellare. Con questa metodica infatti riusciamo a eseguire perfettamente il posizionamento dual plane della protesi incidendo il muscolo in maniera ottimale ed eseguendo una emostasi perfetta. Devi però considerare, se sai di cicatrizzare male, che l’ascella e’ un punto che in estate risulta piuttosto visibile. La via periareolare inferiore è la più utilizzata in caso di posizionamento retro ghiandolare della protesi, consente una ottima visibilità della tasca e un ottimo controllo del sanguinamento. Ha il grande vantaggio, nei soggetti che hanno una cicatrizzazione imperfetta, di poter essere corretta con un tatuaggio del colore dell’areola mammaria mascherando eventuali allargamenti o depigmentazioni. Unico inconveniente rende meno preciso il confezionamento della tasca nella tecnica dual plane poiché bisogna incidere la ghiandola per via obliqua e questo fattore può incidere sulla simmetria in caso di retrazione cicatriziale non ottimale. L’incisione al solco sotto mammario è l’incisione piu’ usata per la tecnica dual plane, consente un’ottima definizione della tasca, un ottimo controllo delle emorragie. Ha lo svantaggio di essere in una zona dinamica, ovvero soggetta al movimento della protesi che fisiologicamente si assesterà verso il basso portando spesso la cicatrice a salire e posizionarsi sul cono mammario inferiore.

3) Il tipo di protesi. Se da un punto di vista tecnico, al di la del posizionamento dual plane della protesi, non ci sono state rivoluzioni in questo intervento, dobbiamo dire che i materiali hanno subito una forte evoluzione. Esistono protesi di varie forme, altezze, larghezze e proiezioni che variano solo di pochi mm. E ciò ha cambiato i concetti di questa chirurgia per cui non ha più senso ne richiedere ne proporre la seconda, la terza, la quarta e così via. La programmazione dell’intervento assume veramente un posto fondamentale per valutare le varie protesi, discutere le varie possibilità con la paziente e quindi ottenere un risultato davvero “tailor-made”, sartoriale. Esistono vari tipi di protesi che differiscono per aspetti tecnologici più o meno significativi, come l’ involucro a stampo o in bagno di sale, il tipo di gel, oltreché le varie forme e proiezioni. In studio ne abbiamo diverse, di varia qualita’, e quando le toccherai non sentirai differenza, ma la differenza esiste. Diciamo che possiamo rapportarci alle auto, dove ci sono varie marche, le Fiat, le BMW, le Ferrari. Possiamo andare ovunque con una Fiat, e la Ferrari in realtà non serve, ma tutti la vorrebbero. L’importante nel nostro campo e’ avere materiali di grande qualità, per ogni intervento e soprattutto per la mastoplastica additiva. Tutte voi sapete la storia delle protesi PIP di cui non voglio entrare nel dettaglio ma questo ci obbliga ad una attenzione maniacale sulle protesi, pertanto nella nostra pratica chirurgica utilizziamo solo protesi di gamma alta o altissima. Differisce il prezzo ovviamente, e dopo le debite analisi e spiegazioni che riguardano gli aspetti tecnici di costruzione e i reali risvolti clinici – cioè quanto questa differenza di qualità sia percepibile all’atto pratico anche in termini di possibili complicanze- e’ sempre la paziente a decidere perché noi possiamo spiegare e consigliare, ma la scelta finale – sempre tra ottimi materiali- spetta a voi.

Al momento le protesi più utilizzate nella mia struttura sono Allergan, Politech, Blite. Ma scendiamo nel dettaglio.

Allergan: Allergan produce attualmente 2 linee di Protesi, Natrelle e BRST.

Natrelle è attualmente considerata la migliore protesi quanto a costruzione e numero di variabili. Infatti questa protesi esiste:

         tonda, in 5 differenti spessori e in due gel.

anatomica, in 3 diverse altezze e 5 diverse proiezioni , in due gel.

La correzione con questa protesi è perfetta. Tuttavia per le protesi tonde Allergan stessa produce BRST, una linea lievemente più economica, con procedura costruttiva differente. Anche in questo caso abbiamo 5 proiezioni per uno stesso diametro, ma le misure sono uguali saltando una taglia, cioè se il diametro di natrelle aumenta ogni 2,5 mm, quello di brst ogni 5.

Politech: Politech è una ottima protesi e sta guadagnando mercato, anche grazie ad un’ottima politica commerciale oltreché ovviamente alla qualità del prodotto. Anche in questo caso innumerevoli forme e proiezioni, tonde e anatomiche. In più Politech produce protesi in poliuretano, anche queste in varie forme, protesi che noi utilizziamo come secondo step in caso di contrattura capsulare

Blite: Blite sono la vera novità in campo dei materiali per mastoplastica additiva. Questo prodotto ritengo sarà il primo di una nuova serie di protesi che miglioreranno ulteriormente la qualità dell’intervento. Infatti Blite consente a parità di volume un risparmio di peso del 30 %. Cioè una protesi da 300 di altra marca pesa 300, una b lite pesa 210. E il peso è fondamentale per la stabilità dell’impianto, che dipende dalla qualità del tessuto della paziente e anche dal peso della protesi. Ci aspettiamo quindi una maggiore stabilità nel tempo del risultato del nostro intervento.

Intervento

L’intervento si svolge di consuetudine nelle nostre sale operatorie che sono perfettamente attrezzate per ogni intervento chirurgico di questo ambito. L’anestesia, a carico del Collega Anestesista Rianimatore,  è locale con sedazione, ovvero si dorme respirando autonomamente senza l’ausilio di apparecchiature di sostegno. Ovviamente la monitorizzazione è continua.  Al termine dell’intervento la paziente viene trasportata in camera di degenza ove resta alcune ore, il tempo necessario per valutare il primo periodo postoperatorio e smaltire gli effetti della sedazione.  Successivamente, dopo ulteriore rivalutazione la Paziente rientra al domicilio. La nostra procedura di dimissione precoce è regolata e affinata da anni, e consente una più veloce ripresa delle normali attitudini. Per questo un membro dell’equipe è disponibile per una visita al domicilio nelle prime 24 ore, il primo controllo clinico è il giorno successivo a quello dell’intervento, il contatto con la paziente è continuo sia tramite Social che telefonicamente. La sicurezza della Paziente è al primo posto e siamo sempre disponibili per qualsiasi dubbio incertezza.

Le medicazioni avvengono solitamente in 4°, 8°, 14° giornata. Successivamente a 1, 3,6,12 mesi e quindi una volta all’anno. Ogni visita, ogni controllo, ogni trattamento di eventuali complicanze è compreso nel pagamento dell’intervento. Solo in caso di contrattura capsulare grave che richieda la sostituzione della protesi si provvederà al solo pagamento della protesi.

Il dolore viene controllato con analgesici comuni e prescriviamo sempre un antibiotico per 8 giorni.

Il reggiseno per il primo mese viene fornito da noi, e per i mesi successivi abbiamo creato dei reggiseni adatti alla stabilizzazione progressiva dell’impianto. Ovviamente possiamo consigliare quali modelli sono maggiormente utili –e quali da evitare.

Video  presenti sul mio canale youtube, mastoplastica additiva dual plane  e mastoplastica additiva con protesi blite

Complicanze

L’intervento è ben codificato, e le complicanze sono di due tipi:

1) generiche, e cioè quelle legate all’utilizzo del bisturi come cicatrizzazione anomala, ipertrofica o cheloide, seroma, disestesie cioè “scossette” episodiche intorno alla cicatrice, infezioni della ferita, infezione (che può anche richiedere la rimozione temporanea della protesi) e anche ematoma. L’ematoma è una raccolta di sangue che si forma intorno alla protesi, e’ la più comune di questi eventi, comunque rari, e va trattato presto tramite un re-intervento in cui si arresta l’eventuale sanguinamento, si pulisce tutta l’area e si risuturerà la ferita.

2) specifiche di questo intervento, ovvero la retrazione capsulare. Quando inseriamo la protesi, nel tempo il corpo forma intorno ad essa una sottilissima capsula, e questo e’ normale ed anche utile. Talvolta, in 1-5 casi su 100, questa capsula si ispessisce, si irrigidisce, si retrae dando quell’effetto che avete sicuramente visto al mare quando si nota una ragazza sdraiata sulla schiena con i seni rigidi e innaturali. Non dipende dal chirurgo, non dipende dalla tecnica, non dipende dal tipo di sutura. Accade per una anomala reazione del paziente alla protesi. Esistono diversi gradi di contrattura, alcuni si risolvono con un massaggio particolare che si dice “squeezing” e che si esegue in sedazione con l’obiettivo di rompere i margini di questa capsula. Ma in alcuni casi si deve rioperare. Ora, non si può avere garanzia che questa retrazione capsulare non avvenga e neanche che dopo la sostituzione non si ripresenti. Il nostro protocollo prevede in prima istanza la sostituzione della protesi, in seconda istanza la sostituzione con protesi in poliuretano, in terza istanza la rimozione bilaterale. Ma ancora prima prevede la massima, estrema cura in ogni passaggio dell’intervento.

Prezzi

Il prezzo dei una mastoplastica additiva è variabile. I costi sono quelli dell’Equipe, della Sala Operatoria, della Protesi.

Equipe e sala hanno costi comunque variabili a seconda delle strutture e a seconda della durata della procedura,   ma più o meno sono  allineati globalmente. Il costo della protesi incide in maniera significativa.

Abbiamo Protesi di vario tipo,  di varia qualità e di vario prezzo. Ora, per conoscere e capire le caratteristiche delle varie protesi vi invito a leggere la sezione specifica di questo sito. Per il costo , con protesi di buon livello o massimo livello , posso dire che si passa dai 6000 agli 8500 Euro. Esiste assolutamente la possibilità di spendere meno con protesi di qualità inferiore.

Lipofilling

Il Lipofilling è l’iniezione di grasso autologo, cioè estratto dal proprio corpo, in un’altra posizione del corpo. In pratica si esegue una lipoaspirazione, si processa il grasso con varie metodiche, quindi  lo si reinietta.

Questo trattamento può avere finalità rigenerative – dopo processazione o addizione particolare del tessuto- con metodiche quali  Lipogems o altro, oppure può avere finalità riempitive.

Nella mia carriera di Chirurgo Ospedaliero il tumore mammario è una patologia con cui ho avuto a che fare diverse volte. Attualmente per scelte personali e professionali  non  mi occupo direttamente di Senologia pur avendo operato in passato diverse Pazienti per problemi oncologici. Trattando altri tipi di tumore comunque so perfettamente quali siano le condizioni dei pazienti con un dubbio diagnostico, o incertezza sul tipo di malattia e sul tipo di trattamento. In chirurgia, come in altri aspetti della vita, si fanno delle scelte e pur se molto è codificato esiste spesso la necessità di decidere per un trattamento piuttosto di un altro. Ho assistito ad alcuni casi di persone che avevano effettuato un Lipofilling al seno e alla mammografia presentavano micro calcificazioni. Queste micro calcificazioni possono capitare dopo un Lipofilling, ma possono anche essere un indicatore di altre condizioni tra cui la patologia neoplastica. E una diagnosi differenziale tra malattia oncologica e calcificazioni innocue è spesso non facile. Per questo la mia scelta personale è quella di non eseguire lipofilling al seno. Non vorrei avere una Paziente con un dubbio simile, non vorrei mai aver creato io tale incertezza, non vorrei maise fossi un paziente avere questo dubbio.  Non affermo affatto che non si faccia o che sia pericoloso, non discuto i Colleghi che lo fanno, semplicemente ho scelto di non farlo per i motivi che ho spiegato.


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